
Negli ultimi mesi si è diffusa una crescente preoccupazione tra i cittadini italiani riguardo la possibilità di ricevere multe in seguito a prelievi effettuati presso gli sportelli bancomat. La notizia, circolata rapidamente sui social e su alcune testate online, ha generato confusione e timori tra chi quotidianamente utilizza il contante per le proprie spese. In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sulla questione, spiegando cosa dice realmente la normativa, qual è la posizione ufficiale dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e come comportarsi per evitare rischi e sanzioni.
Le origini della notizia e il ruolo dell’ABI
La notizia di possibili multe legate ai prelievi bancomat trae origine da alcune recenti modifiche normative introdotte per contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. In particolare, il governo italiano ha rafforzato negli ultimi anni i controlli sui movimenti di denaro contante, imponendo limiti sempre più stringenti alle transazioni cash e incrementando le verifiche sui prelievi di grandi importi.
L’ABI, di fronte al diffondersi di informazioni spesso imprecise o distorte, è intervenuta ufficialmente per chiarire la situazione. Secondo quanto dichiarato dall’Associazione Bancaria Italiana, non esiste alcuna norma che preveda sanzioni automatiche o multe per chi effettua prelievi di denaro contante dagli sportelli bancomat, a meno che non si superino determinate soglie e non si sia in grado di giustificare la provenienza e l’utilizzo delle somme prelevate.
Il chiarimento dell’ABI è fondamentale per rassicurare i cittadini e per evitare che si diffondano paure infondate che potrebbero influenzare negativamente le abitudini di pagamento e la gestione dei propri risparmi.
Cosa prevede la nuova normativa sui prelievi
La normativa italiana in materia di prelievi e utilizzo del contante si basa principalmente sul Decreto Legislativo 231/2007, che recepisce le direttive europee in materia di antiriciclaggio. Le banche sono obbligate a segnalare all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) tutte le operazioni sospette, comprese quelle relative a prelievi di importi particolarmente elevati o ripetuti in breve tempo.
In particolare, la soglia di attenzione si colloca intorno ai 10.000 euro mensili: se un cliente effettua prelievi in contanti che, sommati, superano questa cifra nell’arco di 30 giorni, la banca potrebbe effettuare una segnalazione alle autorità competenti. Tuttavia, la segnalazione non comporta automaticamente una sanzione o una multa. Saranno poi gli organi preposti a valutare caso per caso l’effettiva necessità di ulteriori accertamenti.
È importante sottolineare che la normativa non vieta il prelievo di contante, ma impone alle banche di vigilare su operazioni considerate “anomalie” rispetto al profilo del cliente. La ratio della legge è quella di prevenire fenomeni di riciclaggio e finanziamento illecito, non di penalizzare i cittadini che utilizzano il contante in modo legittimo.
Quando si rischia davvero la multa
Il rischio di ricevere una multa per prelievo bancomat sussiste solo in specifiche circostanze. In primo luogo, la sanzione può scattare se si effettuano prelievi di importi rilevanti senza essere in grado di giustificare la provenienza o l’utilizzo del denaro. Ad esempio, se una persona preleva ogni mese somme ingenti senza che queste siano coerenti con il proprio reddito dichiarato, potrebbe essere soggetta a controlli approfonditi da parte dell’Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza.
Un altro caso in cui si rischia la multa riguarda il superamento del limite all’uso del contante per i pagamenti. Dal 1° gennaio 2023, il limite per i pagamenti in contanti è stato fissato a 5.000 euro. Utilizzare il contante per importi superiori a questa soglia, ad esempio per l’acquisto di beni o servizi, comporta una sanzione sia per chi paga che per chi riceve il denaro.
Infine, va ricordato che le banche sono tenute a conservare la tracciabilità delle operazioni: prelievi ripetuti e frazionati nel tempo, finalizzati ad aggirare le soglie di segnalazione, possono anch’essi essere considerati sospetti e dare luogo a controlli. Tuttavia, anche in questo caso, la semplice operazione di prelievo non è di per sé sanzionabile, ma può attivare un iter di verifica.
Consigli pratici per evitare problemi
Per evitare rischi e problemi con il fisco o con la propria banca, è consigliabile adottare alcune semplici precauzioni. In primo luogo, è bene mantenere la coerenza tra i prelievi effettuati e il proprio tenore di vita o reddito dichiarato. Se si ha la necessità di prelevare somme consistenti, è opportuno conservarne traccia e, se possibile, documentare l’utilizzo del denaro (ad esempio, per il pagamento di lavori in casa, spese mediche, acquisto di beni durevoli, ecc.).
Un altro suggerimento utile è quello di evitare di frazionare eccessivamente i prelievi allo scopo di non superare le soglie di segnalazione: questa pratica può essere interpretata come un tentativo di elusione delle regole e attirare l’attenzione delle autorità di controllo. Meglio, invece, operare con trasparenza e, in caso di dubbi, chiedere chiarimenti direttamente alla propria banca.
Infine, è importante ricordare che l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili (carte di credito, bonifici, assegni) è sempre preferibile quando si devono effettuare pagamenti di importo elevato. Oltre a garantire una maggiore sicurezza, questi strumenti permettono di dimostrare facilmente la provenienza e la destinazione delle somme movimentate, riducendo il rischio di contestazioni future.