
Il tema del terreno agricolo inutilizzato rappresenta una sfida e, allo stesso tempo, un’opportunità per il settore agricolo italiano. Secondo i dati più recenti, in Italia esistono centinaia di migliaia di ettari di terreni non coltivati o abbandonati, spesso a causa di mancanza di risorse, ricambio generazionale o difficoltà economiche. In questo scenario, la Coldiretti ha elaborato una strategia innovativa per trasformare questi terreni in una fonte di rendita stabile, offrendo nuove opportunità agli imprenditori agricoli, ai proprietari e a chi desidera investire nell’agricoltura.
Il contesto dei terreni agricoli inutilizzati in Italia
Negli ultimi decenni, l’Italia ha assistito a un progressivo abbandono delle campagne. Le cause sono molteplici: urbanizzazione, frammentazione delle proprietà, difficoltà di accesso al credito, e scarso interesse delle nuove generazioni verso il lavoro agricolo. Secondo Coldiretti, oltre 1,2 milioni di ettari di terreno agricolo risultano oggi non coltivati o sottoutilizzati. Questo fenomeno non solo riduce la produttività complessiva del settore primario, ma contribuisce anche al degrado ambientale e al rischio idrogeologico.

L’abbandono dei terreni ha infatti conseguenze negative sia dal punto di vista economico che ambientale. I terreni lasciati a se stessi diventano spesso ricettacolo di rifiuti, favoriscono la proliferazione di specie infestanti e aumentano il rischio di incendi. Inoltre, la mancata coltivazione impedisce la valorizzazione di risorse naturali preziose, come l’acqua e la biodiversità, e priva le comunità rurali di opportunità lavorative e di sviluppo.
Per fronteggiare questa situazione, è necessario ripensare la gestione del patrimonio fondiario nazionale, promuovendo soluzioni che incentivino il recupero e la valorizzazione dei terreni inutilizzati. È in questo contesto che si inserisce la strategia proposta da Coldiretti.
La strategia Coldiretti: recupero e valorizzazione
La Coldiretti, principale organizzazione degli agricoltori italiani, ha sviluppato un piano d’azione volto a ridare vita ai terreni agricoli abbandonati, trasformandoli in risorse produttive e redditizie. Il fulcro di questa strategia è la creazione di una rete tra proprietari di terreni inutilizzati, giovani agricoltori e investitori, facilitando l’incontro tra domanda e offerta di terreni e servizi agricoli.

Uno degli strumenti chiave è la Banca Nazionale delle Terre Agricole, una piattaforma digitale che consente di mappare e mettere a disposizione terreni pubblici e privati non coltivati. Grazie a questa iniziativa, chi possiede un terreno inutilizzato può metterlo a disposizione di chi desidera avviare un’attività agricola, con formule flessibili come l’affitto, il comodato d’uso o la vendita.
Coldiretti supporta inoltre i nuovi imprenditori agricoli con servizi di consulenza, formazione e accesso al credito agevolato. L’obiettivo è abbattere le barriere all’ingresso per chi vuole investire in agricoltura, offrendo strumenti concreti per avviare e gestire con successo un’attività sui terreni recuperati. La strategia prevede anche incentivi fiscali e contributivi per favorire il ricambio generazionale e la creazione di nuove imprese agricole.
Come trasformare il terreno in una rendita stabile
La trasformazione di un terreno agricolo inutilizzato in una rendita stabile richiede un approccio strutturato e lungimirante. Il primo passo consiste nella valutazione delle potenzialità del terreno: posizione geografica, caratteristiche pedologiche, accesso a risorse idriche e infrastrutture. Coldiretti offre supporto tecnico per individuare le colture o le attività più adatte a ciascun terreno, tenendo conto delle tendenze di mercato e delle specificità locali.

Una delle strategie più efficaci consiste nell’affidare il terreno a giovani imprenditori agricoli attraverso contratti di affitto o di compartecipazione agli utili. In questo modo, il proprietario ottiene una rendita costante senza doversi occupare direttamente della gestione, mentre l’imprenditore ha la possibilità di avviare un’attività senza dover sostenere l’onere dell’acquisto del terreno. Questo modello win-win favorisce la produttività e la sostenibilità economica delle aziende agricole.
Altre opportunità di valorizzazione includono la conversione a colture biologiche o a filiere di nicchia (come erbe officinali, frutta antica, vigneti di qualità), la realizzazione di agriturismi o attività di turismo rurale, e l’adesione a progetti di filiera corta e vendita diretta. Queste soluzioni permettono di diversificare le fonti di reddito e di intercettare la crescente domanda di prodotti tipici, sostenibili e a chilometro zero.
I vantaggi economici e sociali della strategia Coldiretti
L’attuazione della strategia Coldiretti per il recupero dei terreni agricoli inutilizzati comporta numerosi vantaggi, sia per i singoli proprietari che per l’intera collettività. Dal punto di vista economico, la trasformazione dei terreni abbandonati in imprese produttive genera nuove entrate, crea posti di lavoro e contribuisce alla crescita del PIL agricolo nazionale. Secondo le stime Coldiretti, ogni ettaro recuperato può generare fino a 15.000 euro annui di valore aggiunto, tra produzione agricola, trasformazione e servizi connessi.

Dal punto di vista sociale, il recupero delle campagne favorisce il ripopolamento delle aree rurali, la tutela del paesaggio e la salvaguardia delle tradizioni locali. L’inclusione dei giovani e delle donne nel settore agricolo contribuisce a rinnovare il tessuto produttivo e a promuovere l’innovazione, grazie all’introduzione di nuove tecnologie e modelli di business.
Infine, la valorizzazione dei terreni agricoli inutilizzati ha un impatto positivo sull’ambiente: riduce il rischio di dissesto idrogeologico, migliora la gestione delle risorse naturali e promuove la biodiversità. La strategia Coldiretti, dunque, non è solo una soluzione economica, ma un vero e proprio modello di sviluppo sostenibile, capace di coniugare redditività, tutela ambientale e coesione sociale.