
Negli ultimi anni, l’Italia ha visto crescere il fenomeno dei terreni agricoli inutilizzati: porzioni di terra che, per varie ragioni, non vengono più coltivate o gestite attivamente. Secondo recenti studi, circa il 20% della superficie agricola nazionale resta improduttiva, rappresentando non solo una perdita di valore economico, ma anche un freno allo sviluppo rurale e all’innovazione nel settore primario. In questo contesto, Coldiretti – la principale organizzazione degli imprenditori agricoli italiani – ha lanciato una nuova strategia per trasformare questi terreni in una fonte di reddito stabile e sostenibile, offrendo nuove opportunità a proprietari e investitori.
Il problema dei terreni agricoli inutilizzati in Italia
L’abbandono dei terreni agricoli è un problema complesso, legato a diversi fattori. Tra questi, l’invecchiamento della popolazione rurale, la mancanza di ricambio generazionale, i bassi margini di profitto dell’agricoltura tradizionale e la frammentazione fondiaria. Molti proprietari, spesso eredi di appezzamenti familiari, si trovano nell’impossibilità di gestire attivamente la terra a causa di mancanza di competenze, tempo o risorse finanziarie. Di conseguenza, il terreno resta improduttivo, esposto al degrado ambientale e alla perdita di valore economico.

Questo fenomeno ha ripercussioni non solo sui singoli proprietari, ma anche sull’intera economia agricola nazionale. I terreni abbandonati contribuiscono alla perdita di biodiversità, all’erosione del suolo e all’aumento del rischio di incendi. Inoltre, rappresentano un ostacolo alla valorizzazione delle filiere locali e alla promozione dell’agricoltura sostenibile, elementi chiave per il rilancio del settore primario italiano.
In risposta a questa situazione, Coldiretti ha sviluppato un approccio innovativo per riattivare i terreni inutilizzati, trasformandoli in un’opportunità di investimento e di crescita economica sia per i proprietari che per il territorio.
La strategia Coldiretti: dalla terra ferma alla rendita stabile
La nuova strategia di Coldiretti si basa su un modello di gestione condivisa dei terreni agricoli inutilizzati. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: mettere in rete proprietari, giovani agricoltori, investitori e cooperative, facilitando l’incontro tra domanda e offerta di terra coltivabile. Attraverso piattaforme digitali e sportelli territoriali, Coldiretti favorisce la creazione di contratti di affitto, comodato o partnership produttive, assicurando trasparenza e tutela legale per tutte le parti coinvolte.

Uno degli strumenti chiave di questa strategia è il “Borsino della Terra”, una piattaforma online che consente ai proprietari di segnalare i loro terreni disponibili e agli aspiranti agricoltori di candidarsi per la gestione. Coldiretti fornisce supporto tecnico, amministrativo e legale, accompagnando le parti nella definizione di accordi chiari e vantaggiosi. In questo modo, il terreno inutilizzato viene affidato a chi ha le competenze e la motivazione per valorizzarlo, mentre il proprietario ottiene una rendita stabile e sicura, senza doversi occupare direttamente della gestione.
Il modello proposto da Coldiretti si distingue anche per l’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale. I progetti di recupero dei terreni abbandonati sono orientati verso coltivazioni biologiche, filiere corte e produzioni tipiche locali, con l’obiettivo di creare valore aggiunto per il territorio e favorire l’occupazione giovanile.
Vantaggi economici e fiscali per i proprietari
La trasformazione di un terreno agricolo inutilizzato in una fonte di reddito stabile comporta numerosi vantaggi economici e fiscali. Innanzitutto, il proprietario può ottenere una rendita annuale attraverso l’affitto o altre forme contrattuali, senza dover investire direttamente tempo o risorse nella coltivazione. Inoltre, la valorizzazione della terra contribuisce a mantenere o accrescere il valore patrimoniale dell’immobile, prevenendo il degrado e la perdita di fertilità del suolo.

Dal punto di vista fiscale, la normativa italiana prevede diverse agevolazioni per chi concede in affitto terreni agricoli, soprattutto se destinati a giovani imprenditori o a progetti di agricoltura sociale. In molti casi, è possibile beneficiare di aliquote ridotte sull’imposta di registro e di esenzioni parziali dall’IMU (Imposta Municipale Unica) sui terreni agricoli. Coldiretti offre consulenza personalizzata per aiutare i proprietari a individuare le soluzioni più vantaggiose dal punto di vista fiscale e amministrativo.
Un ulteriore beneficio deriva dalla possibilità di accedere a bandi e finanziamenti pubblici, sia a livello nazionale che europeo, destinati al recupero dei terreni agricoli abbandonati e allo sviluppo di imprese agricole innovative. Attraverso la rete Coldiretti, i proprietari possono essere coinvolti in progetti collettivi che prevedono investimenti in infrastrutture, formazione e innovazione tecnologica, aumentando ulteriormente il valore della loro proprietà.
Come aderire alla strategia Coldiretti e trasformare il proprio terreno
Per i proprietari interessati a mettere a reddito un terreno agricolo inutilizzato, il primo passo è contattare la sede Coldiretti più vicina o accedere al portale online dedicato. Dopo una valutazione preliminare delle caratteristiche del terreno e delle esigenze del proprietario, gli esperti Coldiretti illustrano le diverse opzioni disponibili: affitto diretto, comodato d’uso, partecipazione a cooperative agricole o progetti di agricoltura sociale.

Il processo è semplice e trasparente: una volta individuata la soluzione più adatta, Coldiretti si occupa di mettere in contatto il proprietario con potenziali gestori o investitori, facilitando la stipula di accordi chiari e tutelanti. Viene garantita assistenza continua sia nella fase di avvio che nella gestione ordinaria del rapporto, con particolare attenzione agli aspetti contrattuali, fiscali e normativi.
Inoltre, Coldiretti promuove iniziative di formazione e aggiornamento per i nuovi imprenditori agricoli, favorendo la diffusione di pratiche innovative e sostenibili. In questo modo, la riattivazione dei terreni inutilizzati si traduce non solo in una rendita stabile per i proprietari, ma anche in una risorsa preziosa per il rilancio dell’agricoltura italiana e per la tutela del paesaggio rurale.